Una delle persone più importanti della mia vita ha vissuto i primi nove anni di vita sotto il regime di Ceausescu, un vero e proprio stalinismo tecnocratico.
Vivere in Romania alla fine degli anni '80 significava patire la miseria,nel senso letterale del termine. Significava avere l'elettricità per un massimo di tre ore al giorno. Significava far fronte all'inverno con in casa una temperatura massima di 14 gradi. Significava vivere l'incubo del razionamento del cibo ( promosso dal governo come " metodo " per ridurre l'obesità!).Significava stare in coda dalle 02.00 di notte, sino ad un orario imprecisato, per avere il latte. Significava avere mezzo litro di olio e 250 grammi di burro al mese. Anche chi aveva i soldi per garantirsi i beni di prima necessità non stava messo meglio poiché tutto era al mercato nero con dei prezzi proibitivi. La sanità era un'utopia.
Nel 1966 il regime decretò la messa al bando di qualsiasi forma di contraccezione o aborto e introdusse altre politiche a sostegno dell'incremento del tasso di natalità inclusa una tassa tra il dieci e il venti per cento del reddito sia per gli uomini che per le donne (sposati o celibi/nubili) che dopo i 25 anni fossero rimasti senza prole. Aumentarono così, in modo esponenziale, gli abbandoni di minore. Tantissimi erano i " Bimbi di strada " e gli orfanotrofi versavano in condizioni indecenti.
Nel 1989 la Romania era un Paese povero. Poverissimo. Mancava di tutto tra cui i beni di prima necessità. E mentre il popolo pativa la fame, Nicolae Ceausescu e la sua odiatissima moglie Elena vivevano nel lusso. Il Palazzo Presidenziale, dimora dei coniugi Ceausescu, con le sue 3.107 stanze, 330.000 m2 e un’ altezza di 86 metri è il secondo edificio più esteso al mondo dopo il Pentagono di Washington e il terzo per volume dopo la Grande Piramide in Egitto e il Cape Canaveral negli Stati Uniti.
La politica di Ceausescu, superò il limite e fu miope nel credere che i cittadini rumeni potessero continuare a sopportare privazioni e fame. Dopo 25 anni di potere, la famiglia Ceausescu aveva ridotto la Romania in uno stato di degrado pressoché totale avallando la menzogna, la corruzione, il terrore, le ripetute violazioni dei diritti umani e provocando l'isolamento dal mondo occidentale. Con la caduta del muro di Berlino anche la Romania volle scrollarsi di dosso un potere, quello dei Ceausescu, che per troppo tempo aveva tollerato: nel dicembre del 1989, scoppio la rivoluzione. ( anche se in molti lo definiscono un colpo di Stato vero e proprio).Il 25 dicembre 1989 Nicolae e Elena Ceausescu vennero condannati a morte da un tribunale militare e fucilati lo stesso giorno.
Ma, secondo un sondaggio del centro di ricerca Inscop, più del 40% dei romeni ritiene che la situazione nel Paese sia peggiore oggi rispetto ai tempi del regime. Solo il 33% pensa che le cose oggi vadano meglio, mentre il 17% sostiene che tutto è rimasto uguale.
E questi dati fanno riflettere ...
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