venerdì 16 ottobre 2015

Io disoccupato : vi racconto il mio calvario

Pubblico questa lettera così come l'ho ricevuta.
L'angoscia di non trovare lavoro. Il punto di vista di chi ci è passato. La sofferenza di chi ha vissuto la disoccupazione sulla propria pelle.
Che possa farci riflettere



" 12 settembre 2012. Ultimo giorno di lavoro. Non me lo aspettavo perché avevo avuto un colloquio con il capo HR riguardo al fatto che pur avendo dato una disponibilità 24 h su 24 mi sarebbe piaciuto avere anche dei turni diurni e non solo notturni. Tant'é che mi arrivò la disdetta. Essendo un contratto ad ore, ovviamente nessuna ora mi era stata assegnata e mi sarebbe stata assegnata.
Ciò significava mettere due zeri nel computo della media dei 12 mesi su 24 mesi previsti dalla Ladi. Iniziò la solita trafila. Iscrizione all'Urc. Documenti su documenti. Il solito incontro informativo. Le solite facce.. di chi era la prima volta, di chi ci era già passato..
Incontro col collocatore.. racconti la tua vita ad uno statale pro tempore che ti osserva tra lo schifato e l'annoiato. Tu sei una casella tra quello che precede e sussegue. Inizi a mandare lettere e curricula. Scendi ogni mattina , aspetti il postino, lasci il telefono acceso.. Dopo qualche mese sei contento se qualcuno ti risponde negativamente.. Intanto esci dalla socialità. Eh si, per il ticinese medio il disoccupato é un lazzarone che vive alle spalle della società. Allora ti chiudi in casa. Amici? Non esistono più. Come se avessi la lebbra. Ti mandano nelle ditte virtuali, dove di reale esistono i contributi statali a queste "aziende". E poi il corso dove ti insegnano a fare un curriculum e a scrivere lettere di presentazione.. E certo, quello fa la differenza.. Intanto il collocatore ti vede ogni tre mesi, con il solito copione.. Come va? Tuttio bene? Al che ti chiedi se sei una persona o uno da don Orione...
Infine arriva la fine del diritto.. l'angoscia.. devo trovare, devo trovare.. Ma non trovi..
Vai allo ias e, ovviamente essendo coniugato, non hai diritto all'assistenza sociale. Giusto cosi. Poi la tua giornata é accompagnare la moglie al lavoro, e andarla a prendere.
Il peggio é l'esclusione sociale, il renderti conto che sei un mezzo che una volta spremuto, non serve più. "

Lettera firmata.

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