Natalia Micocci, oltre ad essere l'unica donna in corsa per il Consiglio di Stato tra le fila del PLRT, è anche la candidata che si è data più da fare. Se all'inizio di questa campagna elettorale era poco conosciuta e sicuramente il suo nome non compariva tra quelli dei favoriti, oggi non si può dire altrettanto. Con grinta e determinazione ha dimostrato non solo di essere capace, ma anche di essere in possesso di idee vincenti.
Rispetto
ai tuoi avversari, sei entrata in campagna elettorale con largo
anticipo mediante un'ottima comunicazione politica. Hai seguito una
strategia? Se sì, è stata dettata dalla peculiarità del tuo target
elettorale?
Grazie
per i complimenti! La mia idea guida è semplice: raccontare chi
sono, dire cosa penso, imparare molto e copiare poco. Una scelta
dettata non da target elettorali ma dalla convinzione che, per
essere creduti, bisogna crederci. Ma anche anche da un’esperienza
personale: non conta da dove vieni, conta soprattutto dove sai
andare.
È
notorio che il voto non esprime solo un parere congiunturale o
l'umore del momento, ma dà conto di atteggiamenti politici in
relazione ai fenomeni politici e sociali.
Nonostante
tu sia partita svantaggiata, oggi hai delle ottime chance di venire
eletta. Come te lo spieghi?
Vedremo
il 19 aprile, facciamo gli scongiuri. Sinceramente, è difficile
valutare le chanches di essere eletti, a maggior ragione se si è
nuovi sul panorama politico cantonale. Spero si sia capito che vorrei
mettermi alle spalle gli schemi dell’800 (destra-sinistra,
statalismo-mercato) e poter parlare a una società moderna, in rete,
impaurita dalla globalizzazione ma cliente di Amazon o di E-bay. Un
mondo dove torna di moda il dialetto ma tutti corrono a imparare
l’inglese. Dove ci si indigna spesso ma nessuno si vergogna più di
nulla. E’ come dover governare un caleidoscopio.
Ci
sono delle tematiche in cui ti distanzi dal tuo partito?
Sono
libera, non solo liberale. Anche verso il mio partito. Ma se non
condivido qualcosa ne parlo prima all’interno, solo dopo fuori e,
soprattutto, solo se necessario. Fino ad ora non ci sono stati temi
caldi su cui dovermi distanziare, mi piacerebbe però che il PLR
investisse maggiormente nella cultura politica e che al suo interno
ci fosse un movimento femminile forte come quello di altri partiti.
Apprezzo molto la chiarezza fatta recentemente verso la Lega: chi ha
cercato di ammansirla le ha, tra l’altro, ceduto voti e seggi.
Quali
sono le tue strategie contro il dumping salariale e la
disoccupazione?
Contro
il dumping ci sono i controlli, i CCL e le regole legali in genere. Ci vuole più severità, non più leggi. La disoccupazione si
combatte creando posti di lavoro e migliorando la formazione delle
persone.
Ma
il lavoro non lo crea lo Stato, che in Ticino occupa, direttamente o
indirettamente, circa 1/5 delle persone attive. Allo Stato sta il vero
compito di creare condizioni economiche quadro adeguate, impegnandosi
anche per alleggerire la fiscalità. Al momento, l'eccessiva pressione
fiscale e la troppa burocrazia, appesantiscono sia le PMI esistenti che
i potenziali investitori.
Se
dovessi venire eletta, quali saranno le tue priorità?
Un
segnale e una priorità. Se fossi eletta direi grazie alla scuola
ticinese e svizzera, che mi ha dato quella formazione senza la quale
non sarei mai stata su nessuna lista. Una priorità è ridurre i
deficit pubblici: più ci sono debiti meno ci sono margini di
manovra.
Come
e quando ti sei avvicinata alla politica?
Terminati
gli studi all’Università di Basilea, sono rientrata in Ticino e mi
sono avvicinata alla Sezione PLR, il partito più affine alle mie
idee. Da segretaria a Municipale, da Magistrato a candidata al
Consiglio di Stato. Sento il bisogno di impegnarmi per la
collettività e non mi pesa affatto, anzi.
Com'è
Natalia Ferrara Micocci nel privato?
Come
in pubblico, ora che non sono più Procuratrice Pubblica. La mia
professione precedente, a giusta ragione, prevedeva serietà,
sobrietà e riservatezza, oltre che competenza. Oggi, sono libera di
comunicare in maniera aperta, convinta che la serietà deve essere
quella delle intenzioni. Sono piena di vita e di energia, non
nasconderò il mio modo di essere dietro ad un tailleur scuro e musi
lunghi.
Quali
sono le tue passioni?
Mi
piace stare in mezzo a tanta gente, andare a casa con il brusio nelle
orecchie e la testa piena di dialoghi. Mi piace anche raggomitolarmi
sulla mia sedia a dondolo, scegliere un romanzo dalla libreria
dell’ingresso, e vivere una nuova storia. Ogni giorno corro da
qualche parte, ogni sera cerco un momento per ritrovarmi. Basta poco,
un sorso di buon rosso, un giro in moto, una tavoletta di cioccolata
o ancora una passeggiata nel bosco dietro casa. Vado d’accordo con
le piccole cose di Emily Dickinson.
Di certo sa parlare. Nel dibattito pre elettorale di alcune settimane fa, ha giocato alla pari con Gobbi. Un pareggio giusto. Si è tratta d`impaccio con alcune fallacie verbali, questo va detto, dalle risposte del granconsigliere ma tutto sommato ha dimostrato onestà intellettuale.
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