venerdì 13 marzo 2015

La mia intervista a Natalia Micocci

Natalia Micocci, oltre ad essere l'unica donna in corsa per il Consiglio di Stato tra le fila del PLRT, è anche la candidata che si è data più da fare. Se all'inizio di questa campagna elettorale era poco conosciuta e sicuramente il suo nome non compariva tra quelli dei favoriti, oggi non si può dire altrettanto. Con grinta e determinazione ha dimostrato non solo di essere capace, ma anche di essere in possesso di idee vincenti.




Rispetto ai tuoi avversari, sei entrata in campagna elettorale con largo anticipo mediante un'ottima comunicazione politica. Hai seguito una strategia? Se sì, è stata dettata dalla peculiarità del tuo target elettorale?

Grazie per i complimenti! La mia idea guida è semplice: raccontare chi sono, dire cosa penso, imparare molto e copiare poco. Una scelta dettata non da target elettorali ma dalla convinzione che, per essere creduti, bisogna crederci. Ma anche anche da un’esperienza personale: non conta da dove vieni, conta soprattutto dove sai andare.

È notorio che il voto non esprime solo un parere congiunturale o
l'umore del momento, ma dà conto di atteggiamenti politici in relazione ai fenomeni politici e sociali. Nonostante tu sia partita svantaggiata, oggi hai delle ottime chance di venire eletta. Come te lo spieghi?

Vedremo il 19 aprile, facciamo gli scongiuri. Sinceramente, è difficile valutare le chanches di essere eletti, a maggior ragione se si è nuovi sul panorama politico cantonale. Spero si sia capito che vorrei mettermi alle spalle gli schemi dell’800 (destra-sinistra, statalismo-mercato) e poter parlare a una società moderna, in rete, impaurita dalla globalizzazione ma cliente di Amazon o di E-bay. Un mondo dove torna di moda il dialetto ma tutti corrono a imparare l’inglese. Dove ci si indigna spesso ma nessuno si vergogna più di nulla. E’ come dover governare un caleidoscopio.

Ci sono delle tematiche in cui ti distanzi dal tuo partito?

Sono libera, non solo liberale. Anche verso il mio partito. Ma se non condivido qualcosa ne parlo prima all’interno, solo dopo fuori e, soprattutto, solo se necessario. Fino ad ora non ci sono stati temi caldi su cui dovermi distanziare, mi piacerebbe però che il PLR investisse maggiormente nella cultura politica e che al suo interno ci fosse un movimento femminile forte come quello di altri partiti. Apprezzo molto la chiarezza fatta recentemente verso la Lega: chi ha cercato di ammansirla le ha, tra l’altro, ceduto voti e seggi.

Quali sono le tue strategie contro il dumping salariale e la disoccupazione?

Contro il dumping ci sono i controlli, i CCL e le regole legali in genere. Ci vuole più severità, non più leggi. La disoccupazione si combatte creando posti di lavoro e migliorando la formazione delle persone.
Ma il lavoro non lo crea lo Stato, che in Ticino occupa, direttamente o indirettamente, circa 1/5 delle persone attive. Allo Stato sta il vero compito di creare condizioni economiche quadro adeguate, impegnandosi anche per alleggerire la fiscalità. Al momento, l'eccessiva pressione fiscale e la troppa burocrazia, appesantiscono sia le PMI esistenti che i potenziali investitori.

Se dovessi venire eletta, quali saranno le tue priorità?

Un segnale e una priorità. Se fossi eletta direi grazie alla scuola ticinese e svizzera, che mi ha dato quella formazione senza la quale non sarei mai stata su nessuna lista. Una priorità è ridurre i deficit pubblici: più ci sono debiti meno ci sono margini di manovra.  


Come e quando ti sei avvicinata alla politica?

Terminati gli studi all’Università di Basilea, sono rientrata in Ticino e mi sono avvicinata alla Sezione PLR, il partito più affine alle mie idee. Da segretaria a Municipale, da Magistrato a candidata al Consiglio di Stato. Sento il bisogno di impegnarmi per la collettività e non mi pesa affatto, anzi.


Com'è Natalia Ferrara Micocci nel privato?

Come in pubblico, ora che non sono più Procuratrice Pubblica. La mia professione precedente, a giusta ragione, prevedeva serietà, sobrietà e riservatezza, oltre che competenza. Oggi, sono libera di comunicare in maniera aperta, convinta che la serietà deve essere quella delle intenzioni. Sono piena di vita e di energia, non nasconderò il mio modo di essere dietro ad un tailleur scuro e musi lunghi.


Quali sono le tue passioni?


Mi piace stare in mezzo a tanta gente, andare a casa con il brusio nelle orecchie e la testa piena di dialoghi. Mi piace anche raggomitolarmi sulla mia sedia a dondolo, scegliere un romanzo dalla libreria dell’ingresso, e vivere una nuova storia. Ogni giorno corro da qualche parte, ogni sera cerco un momento per ritrovarmi. Basta poco, un sorso di buon rosso, un giro in moto, una tavoletta di cioccolata o ancora una passeggiata nel bosco dietro casa. Vado d’accordo con le piccole cose di Emily Dickinson.




1 commento:

  1. Di certo sa parlare. Nel dibattito pre elettorale di alcune settimane fa, ha giocato alla pari con Gobbi. Un pareggio giusto. Si è tratta d`impaccio con alcune fallacie verbali, questo va detto, dalle risposte del granconsigliere ma tutto sommato ha dimostrato onestà intellettuale.

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